29 aprile, 2006

Costarica


La squadra centramericana avrà l'onore di inaugurare i Mondiali:
il 9 giugno, alle ore 18.00, sarà proprio il Costarica a dare il calcio d'avvio affrontando i padroni di casa della Germania.


Passate partecipazioni Il Costarica ha fatto vedere buone cose nelle edizioni più recenti dei Mondiali. Alla prima partecipazione, ad Italia '90, i costaricani sorpresero il mondo qualificandosi per gli ottavi di finale.
Agli ultimi mondiali in Corea e Giappone 2002, i costaricani si arresero al primo turno, eliminati solo a causa della peggiore differenza reti nei confronti della Turchia. Il Costarica era in un girone di ferro, che comprendeva i futuri vincitori del Brasile e la terza classificata finale, proprio la Turchia.


Il ritorno del ct Alexandre Guimaraes si dimise al termine dei mondiali 2002. Dopo di lui, si sono succeduti vari ct con alterne fortune, ma per centrare una qualificazione resasi difficile è stato richiamato ancora lui, il mago del pallone costaricano.

Idee chiare Guimaraes ha già stilato la lista dei primi 28 convocati. Il ct ha voluto puntare su giocatori militanti nel campionato costaricano, a differenza dei suoi predecessori che avevano cercato di creare un gruppo andando a prendere qua e là i vari giocatori costaricani che giocano all'estero. Scelta coraggiosa: in patria ha suscitato più di una polemica l'esclusione di Winston Parks, attaccante ex Udinese, ora al Lokomotiv Mosca.

La stella La squadra è stata costruita intorno all'unico giocatore che può vantare un curriculum internazionale di tutto rispetto: Paulo Cesar Wanchope, giocatore con trascorsi nella Premiership inglese (Derby County, West Ham, Manchester City) e Liga spagnola (Malaga), prima di fare rientro in Patria. Ha già preso parte ai Mondiali 2002, quando disputò tre partite segnando anche un gol.

Pronostico Gli avversari del Costarica nel girone A, Polonia ed Ecuador oltre alla Germania, non sono avversari facili. Difficilmente il Costarica supererà il girone eliminatorio.
Dalla loro, però, i costaricani hanno l'entusiasmo con il quale si presentano alla rassegna iridata: la nazionale fa affidamento sulla crescita di giovani talentuosi che si sono messi in luce in patria (Christian Bolaños, Carlos Hernández e Alonso Solís).

VOTO 5+

21 aprile, 2006

Angola


La cenerentola dei prossimi Mondiali. La definizione, fin troppo utilizzata in molte occasioni, sembra calzare a pennello per la compagine angolana, alla prima partecipazione mondiale della sua storia.

Flop alla Coppa d'Africa L'Angola è uscito al primo turno nella rassegna continentale. La squadra ha pagato la cronica incapacità di andare a rete, pagando a caro prezzo la scarsa vena realizzativa di Akwa, il giocatore simbolo (capitano, recordman di presenze e reti in nazionale).


Stella a rischio Il partner in attacco di Akwa, è l'unico giocatore con un minimo di notorietà internazionale: l'attaccante del Benfica Mantorras, la cui presenza al Mondiale è però a rischio dopo le furiose litigate avute col ct Goncalves.
Al posto delle due punte più blasonate, cercheranno di ritagliarsi spazio due talenti emregenti del calcio angolano: Maurito e Flavio, vivaci attaccanti di movimento e di fantasia, che però non sembrano avere un grosso feeling con il gol.

Curiosità Il ct e la federazione sono ancora alla ricerca di giocatori(!!!) per affrontare il prossimo Mondiale. Le ricerche sono state svolte anche su Internet, per trovare giocatori militanti in Portogallo (anche in leghe inferiori) nati in Angola e quindi con la possibilità di richiedere un passaporto angolano (l'Angola è stato fino al secolo scorso colonia portoghese).

Chi cerca trova Oltre a vari bidoni, presto accantonati dai selezionatori, è stato anche trovato un giocatore di un certo spicco nato nel Paese dell'estremo sud-ovest dell'Africa: il difensore Pedro Emmanuel, già vincitore di una Champions League col Porto. Il giocatore sembra stia per rispondere positivamente alle lusinghe del ct (dopo aver constatato le sue scarse possibilità di essere convocato con la nazionale portoghese).

Punto forte Il girone C (Portogallo, Messico, Iran oltre all'Angola) non sembra essere proibitivo, e il fattore sorpresa potrebbe giocare brutti scherzi agli avversari.

Punto debole La formazione schierata sarà una trovata dell'ultimo minuto del ct. I giocatori, oltre ad evidenti limiti tecnici, non hanno (salvo qualche eccezione), alcuna esperienza in campo internazionale.

Pronostico Probabilità di superare il turno ridotte al lumicino. Prevedo una Toccata e fuga col territorio tedesco.

VOTO 4


17 aprile, 2006

Olanda



Gli orange si presentano al Mondiale con nutrite ambizioni, perchè no, anche di vittoria finale. La nazionale olandese, pur sempre ricca di gioco e talento, è da troppo tempo a digiuno di vittorie (Europei del 1988 grazie ad un certo Van Basten).

Ci si affida proprio ancora al 3 volte pallone d'oro Marco Van Basten, ora seduto in panchina come tecnico, per centrare un risultato storico (l'Olanda non ha mai vinto i campionati mondiali sebbene abbia disputato due finali nel 1974 e nel 1978).

Van Basten ha attuato un ringiovanimento totale della rosa. I risultati sembrano dargli ragione (solo un ko sotto la sua gestione, l'1-3 patito contro l'Italia in amichevole), ma lo stesso ct riconosce:

"La realtà dei fatti è che la nostra esperienza è minore rispetto alle cosiddette "grandi", come ad esempio Argentina, Brasile, Italia, Francia, Germania e Inghilterra, squadre che sono più avanti di noi. Contro queste compagini di altissimo livello, ci restano solo discrete possibilità di dare buona prova delle nostre capacità. Sarebbe necessario che tutto girasse per il verso giusto".

Vediamo in chi il ct olandese ripone le proprie speranze.

Portieri Senza dubbi: il baluardo difensivo sarà Edwin Van der Saar. Nonostante i trascorsi poco felici in Italia, si è salvato dalla rivoluzione operata dal neo-ct. Tra i pali, meglio l'esperienza.

Difensori Nessuna certezza. Il ct si affida ad elementi emergenti come De Jong, Vlaar, Kromkamp,Ooijer... Sulla sinistra spazio ad un "senatore", Van Bronckhorst.

Centrocampisti Largo ai giovani. Accantonata gente del blasone di Davids o Seedorf, messo in stand-by un giocatore esperto come Van Bommel, Van Basten ha lanciato alla ribalta i gioiellini dell'Ajax Maduro e Sneijder. La cabina di regia del settore nevralgico del campo è affidata ad un giovanotto che ormai rappresenta più di una promessa: Rafael Van der Vaart. Unico uomo d'esperienza mantenuto è Cocu.

Attaccanti Solo l'imbarazzo della scelta. Van Basten ha fatto ruotare un numero elevato di giocatori nel reparto offensivo. Il perno sarà sicuramente Ruud van Nistelrooy, che riscuote tutta la fiducia del ct anche se messo in discussione da Ferguson nel Manchester United. Occhio a Klaas-Jan Huntelaar, giovanissimo bomber con una media-gol pazzesca prima nell'Heerenveen e pi nell'Ajax.

Punto forte Entusiasmo di gioventù. L'Olanda può vantare alcuni dei giovani talenti più promettenti che l'intero scenario europeo possa offrire.

Punto debole L'inesperienza potrebbe essere fatale, a maggior ragione in un girone infernale come il C (con squadre del calibro di Argentina, Serbia-Montenegro e Costa d'Avorio).

Pronostico Difficile per giocatori con così poca esperienza internazionale passare un girone di ferro come il C. Ma la squadra di Van Basten potrebbe riservare delle sorprese: se passa, diventerà una mina vagante per chiunque.

Voto: 7.5

12 aprile, 2006

Inizia la rassegna delle squadre...



ARGENTINA


Una delle più serie candidate alla vittoria finale. Un organico farcito di campioni affermati e di giovani di belle speranze.
La ‘celeste’ punta dritto alla vetta mondiale: il ct, Josè Pekerman, può basarsi su una rosa di giocatori tale da poter fare invidia allo stesso Brasile.
Tra tante certezze, gli unici grattacapi per il ct potrebbero derivare dal dover affrontare delle scelte difficili proprio a causa dell’abbondanza (specialmente in attacco). “Il 90% dei convocati è ormai definito”: Pekerman sembra comunque avere le idee piuttosto chiare.

Portieri: l’estremo difensore potrebbe essere il tallone d’achille della nazionale biancoceleste. Il “Pato” Abbondancieri non riscuote un consenso unanime: qualche errore di troppo nelle due ultime stagioni sembra aver oscurato i successi del portiere del Boca Juniors, eroe della finale di Coppa Intercontinentale contro il Milan.

Difensori: sicurezze sia in zona centrale (Samuel e Ayala) sia sugli esterni (Zanetti e Sorin): tutti giocatori sicuri ed esperti dal rendimento certo. Le ultime news danno Heinze (Manchester United, centrale o terzino sinistro) in via di guarigione: potrebbe riuscire e recuperare per la rassegna iridata.
Il reparto è costutuito da grandi campioni, anche se nelle ultime prestazioni sembra essere mancata un pò di coesione (vedi sconfitta 3-2 contro la Croazia)



Centrocampisti: Ce ne sono per tutti i gusti. Veron è predestinato al ruolo di “escluso vip”.
Ma la sua assenza non dovrebbe far scendere troppe lacrime sui volti degli argentini: Cambiasso nell’Inter ha dimostrato di essere una sicurezza, Mascherano è forse il miglior centrale del Sudamerica, Riquelme nell’ultima Champions League sta dimostrando di essere giocatore di valore assoluto. Non dimentichiamo poi la possibilità di schierare come rifinitori dei veri artisti del pallone come Aimar (“Il pagliaccio” benianimo di Valencia) o D’Alessandro (che però in Europa non sembra aver mantenuto fede alle enormi speranze riposte in lui).

Attaccanti: il lotto dei contendenti che si giocano la convocazione è quanto mai ampio.
Agli occhi di Pekerman, Crespo è punto di riferimento imprescindibile.
Il suo partner dovrebbe essere Tevez: “Carlitos” nel Corinthians ha dato sfoggio delle sue grandissime qualità. Dietro di loro, in ordine gerarchico, ci sono i gioiellini Saviola (ultimamente un po’ in calo di rendimento) e Messi (Leo è ormai riconosciuto a livello internazionale come il campionissimo del futuro). Una riserva di lusso, un attaccante dallo spiccato fiuto del gol, sarà “El Principe”, Diego Milito (grande stagione nel Real Saragozza dopo i fasti di Genova). In patria si guarda però al futuro: si reclama a gran voce la convocazione delle baby stelle Palacio (Boca Juniors) e Aguero (diciassettenne dalle giocate sensazionali dell’Independiente).

Punto forte Il talento. Il tasso tecnico della squadra argentina è paragonabile solo a quello del Brasile. In fase offensiva (trequartisti più punte) l’Argentina non teme confronti.

Punto debole Abbondancieri non offre certezze in porta.
L’alta concentrazione di giocatori che giocano o hanno trascorsi nell’Inter non sembra di buon auspicio :) .

Curiosità Gli argentini sono uomini dal sangue caliente. A volte il loro carattere ruspante li porta ad eccedere. Spetterà al ct evitare scontri all’interno dello spogliatoio (possibili viste le “teste calde” presenti). Testimonianza di ciò gli screzi, poco all’insegna del fair play, tra Veron e Sorin nell’ultimo Villareal-Inter di Champions. Dall’altra parte però, tutto ciò fa capire quanto i giocatori tengano alla chiamata in Nazionale: l’attaccamento alla maglia e la voglia di vincere potrebbero risultare due variabili fondamentali a favore degli uomini di Pekerman.

MODULO TATTICO: 4-4-2 (ma l'abbondanza di uomini a disposizione consente una vasta scelta di soluzioni alternative, 4-2-3-1, 4-3-3,...)
VOTO: 9
PRONOSTICO: Nel lotto delle 4 semifinaliste.

09 aprile, 2006

Germania 1974, il naufragio azzurro


Forse non tutti sanno che un Mondiale in Germania c’è già stato. Correva l’anno 1974. Fu una spedizione sfortunata per gli azzurri. L’Italia si presentava con i favori del pronostico; 4 anni prima, in Messico, gli azzurri erano andati alla grande: avevano raggiunto la finale, sconfitti solo dal grande Brasile di Pelè (4-1). Quello del ’70 era stato un campionato Mondiale fantastico per l’Italia: come dimenticare il 4-3 con la Germania Ovest in semifinale, in quella che è stata riconosciuta “partita del secolo”.
Ma la musica era davvero cambiata: la squadra, allenata da Valcareggi, era più o meno la stessa di 4 anni prima. Ma i campioni erano stanchi, invecchiati, con meno voglia di vincere e con dissapori all’interno dello spogliatoio (erano i tempi del dualismo Mazzola-Rivera, del ‘vaffa’ di Giorgione Chinaglia dopo una sostituzione, delle polemiche legate alla residenza degli azzurri, giudicata troppo lussuosa…). L’Italia uscì al primo turno. Era in girone con Haiti, Argentina e Polonia. Gli azzurri superarono con difficoltà gli haitiani (3-1) dopo essere passati in svantaggio, impattarono con gli argentini (1-1) e furono superati dai polacchi (2-1 contro una delle squadre che giocò il miglior calcio). La vittoria finale andò ai tedeschi padroni di casa, che riuscirono a superare in finale (2-1) la squadra più bella dei Mondiali: l’Olanda di Crujff, la formazione del ‘calcio totale’ (per la prima volta nella storia del calcio tutti partecipavano sia alla fase difensiva sia alla fase offensiva.
Ovviamente, non vogliamo ricordare il precedente per gufare contro la Nazionale di Lippi. Anzi speriamo che il presente ci permetta di mettere una pietra sopra il triste passato. Forza azzurri!!!

Per chi volesse saperne di più riguardo Germania 1974, c’è un grandissimo giornalista sportivo e scrittore del secolo scorso (purtroppo dimenticato) che ha scritto un romanzo affascinante sulla spedizione azzurra: “Azzurro Tenebra”, Giovanni Arpino, edizione Einaudi.